lunedì 17 agosto 2009

Per l'On. Casini

Gentilissimo ed allappatissimo On. Casini,

Da qualche giorno si pregia di indossare una T-shirt con sopra scritto: "Preferisco la famiglia".

Anch'io, On. Casini, preferirei avere due (va lah, anche tre) bambini, un marito anche da sopportare, i bagagli da fare, i pannolini da cambiare... Tutto questo vorrei avere.

Ma non ce l'ho.

Mica perche' sia troppo esigente. No, davvero. Non sono nemmeno brutta, dicono.

Ma sono sola. Gli uomini, tranne i due che ho amato con tutto il cuore, vedono in me un pollo arrosto da una botta e via.

Io invece cerco quello che osanna Lei, Onorevole, la famiglia. Ma non ci riesco a farla.

Ed arranco. Arranco per campare con uno stipendio solo, cerco manutentori per tutti quei piccoli lavori in casa che non riesco a fare da sola (so usare il trapano, fare tante cose, ma a volte non ho la forza sufficiente per, che so, stringere bene un bullone), arranco perche' non ho nessuno con cui condividere le mie parole, i miei pensieri, ed ascoltare i suoi.

Gentilissimo On. Casini, mi puo' aiutare Lei? Perche' io vorrei la famiglia come grida a tutta T-shirt in questa estate. Ma non trovo nessuno con cui farla.

On. Casini, Le garantisco che non Le faro' fare brutta figura. E poi, Onorevole, se mi trova un qualcuno, Le garantisco di diventare Sua attivista a vita, e mi porto anche dietro la prole.

Grazie, Onorevole Casini, certa di un Suo interessamento.
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venerdì 14 agosto 2009

Si arriva

Si arriva a momenti in cui il pensiero più leggero, quello che da' più speranza sia l'ultimo.

E ci si chiede se serva più coraggio a continuare o ad avvicinarlo.
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sabato 1 agosto 2009

Bilancio della prima gornata di fox retro

Beh, pare che seguano l'ordine cronologico.

Cosi' e' stato per Love Boat, I Jefferson, Mork&Mindy e Charlie's Angels.

Apparentemente Magnun P.I. e' partito dalla prima puntata della IV stagione, ma, insomma, era un inizio...

Ho scoperto che, pur adorando, da ragazzina, Tom Selleck, non ho maaai visto una puntata intera di Magnum!

Ci si chiedera', ma hai passato la giornata a vedere fox retro? Sì, obiettivamente sì.

Per vedere se sapevano farmi provare emozioni che provavo ai tempi.

Ho ripensato al passato.

Ho pensato un casino.

Ho pensato che non sono capace di andare a fare colazione al bar col giornale in mano perche' "una donna al bar non deve andarci da sola".

Ho pensato che mi sento fallita perche', anche se non mi e' mai stato detto espressamente, "la donna deve stare a casa a guardare la famiglia". Io famiglia non ne ho. Quella che stavo per costruirmi non andava bene perche' "lui e' un parolaio", solo perche' lui aveva fatto una telefonata che era meglio di una lettera d'amore nei miei confronti. No, non andava bene, perche' non parlava in piemontese. E io stupida che faccio leggere la mail di risposta al mio ex. Senza sapere perche'. Mentre lui mi aveva appena reso felice.

"Devi prepararti, la vita e' dura". Cosi' me l'hanno fatta provare anche quando poteva non esserla, dura. E cos'e' successo? Che adesso che e' dura davvero io non ho più la forza per combattere.

"Sei figlia unica, non devi venire su viziata". E infatti non ho mai chiesto niente. Ma nemmeno loro si sono offerti. Adesso ho bisogno. Non importa, arrangiati. Paradossale, dopo una ventina d'anni, mettendo mano al guardaroba di casa a Torino, salta fuori un impermeabile che avevo adorato e usato fino a consumarlo. E mia madre: "ricordo ancora i CAPRICCI che avevi fatto per fartelo prendere". Ora, non ho mai fatto capricci nemmeno da bambina, me le sarei presa. Ma a vent'anni? Men che mai.

Le volte che mia madre mi ha buttato li': "lo sai che quella li' da quando lavora da' i soldi ai suoi?". Io lavoro per essere indipendente dal secondo anno di Politecnico. Loro non mi hanno mai dato niente e io non ho chiesto. Secondo loro spendo sempre troppo per i viaggi, che "sono soldi buttati via". E vedo ragazzi a cui i genitori hanno dato anche grossi aiuti economici per campare un po' meglio. A loro non viene nemmeno in mente.

La vita e' difficile, a volte perche' lo e' di suo, a volte perche' ci pensano altri a rendertela cosi'. Ma che siano i tuoi genitori a farlo, e' quasi un incubo.

Io dovrei andare da loro per due settimane. Dopo una non felice notizia che e' stata imputata alle mie incapacita'. Chi me lo fa fare? Meglio la solitudine?

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venerdì 31 luglio 2009

Bisogna ricominciare

E quando pensi che tutto abbia preso un'altra piega ti arriva un sms, che si chiude anche con "buone vacanze", dove ti dicono che il mondo ti è cascato addosso.

Che non potrai contare sulla macchina aziendale, su un bel po' di soldi in più, ma soprattutto su una vita nuova.

No, ti devi tenere quella che hai.

Ma si cerca di non mollare, anche se ogni volta è più difficile.

Si scopre che i genitori non ti possono capire. Che non vogliono nemmeno aiutarti. Che sei sola. Ma poi il telefono squilla, i messaggi arrivano, e proprio soli non si è. Si è soli di cuore, perché non si ha un uomo tra le cui braccia tuffarsi e sfogarsi in un pianto liberatorio, e sentirsi poi felici per quello che la vita ti ha dato come compagnia. No, ti sfoghi a piangere in macchina, parcheggiata davanti casa.

Ma può essere una cospirazione dell'universo PER me, non contro di me, potrebbe essere.

E allora si cerca di non pensare ai colleghi stron%i che ti mettono i bastoni tra le ruote. Ed a ricostruirsi, prima di tutto. Di nuovo, un'altra parte di se. Da capo.

giovedì 30 luglio 2009

Ci sono persone

Ci sono persone che ti rubano pezzi di mondo, di vita, di te.

Ce ne sono altre che te ne regalano.

Forse si amano di più le prime, oppure è proprio perché si sono amate, o si amano ancora, quando l'amore è finito, che ti accorgi che certi posti, certi suoni, certi sapori non devi più farteli arrivare al cervello, perché se no stai male.

Ma poi ci sono altre persone. Che compaiono come angeli nella tua vita, o che sono sempre stati lì. Non ti chiedono niente se non di lasciarti accarezzare l'anima.

E ti regalano una canzone. Una canzone che magari avevi sentito un milione di volte, oppure una che non avevi mai ascoltato, e ti dicono "ascolta le parole". E ti rendi conto di quanto avevi perso a non averlo fatto prima, e quanto siano giuste per quell'attimo. Lì rimarranno per sempre.

Ti regalano atti, un'etichetta di un vino che sembra fatta per rappresentare il momento che si sta vivendo.

Ti regalano la libertà di dire quello che provi senza farti troppi problemi.

Non potranno essere il tuo amore, e sai subito che quello che provi non potrà essere. Ma sanno regalarti la felicità.

lunedì 27 luglio 2009

Anch'io


Anch'io sono single ed infelice.

E non ho paura di scriverlo.

Non ho detto "No" (e perché, bisogna poi accettare il primo sì che arriva, anche se si sa che non va bene, per poi potersi lamentare?). O meglio, ne ho detto uno, ma ad un uomo che quasi non mi conosceva, e che era palesemente sotto l'effetto della cocaina.

Non pretendo di sposarmi. Mi va bene anche una convivenza. Mi va bene anche una condivisione di un tratto di vita. Mica per forza "tutta la vita". Lo so che è una pretesa impossibile.

Non cerco il principe azzurro. Cerco un uomo senza grandi qualità. Che mi sopporti. E c'è chi dice che non è difficile, anzi.

So amare, so dare anche senza pretendere, e forse questo è il mio difetto. Perché ci sono fior di trattati che dicono che le donne che non pretendono, che non si lamentano, che abbassano la testa, stringono i denti e vanno avanti restano invece indietro, e le stronze ottengono ciò che vogliono.

Questo è il mio più grande difetto. Non sono una stronza. E sono sola e incapace di esserlo senza soffrire.

domenica 26 luglio 2009

Hm...

"Federica Pellegrini e Valentino Rossi sono le migliori immagini dell'Italia".
Occhio e croce, detto dal presidente del Coni dopo la pazzesca vittoria nel nuoto.

Perfetto per la Pellegrini.

Valentino Rossi:
- Italia? Controlliamo la residenza
- immagine positiva: le tasse? Tutto ok? E "il dottore"? Ha studiato o un ateneo (chissa' se tra i virtuosi) alla cerca di pubblicita' gliel'ha sbattuta li', sul fondo del sedere della tuta?

Mah.
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Stranezze italiche

Scopro di essere uscita dal secondo miglior ateneo d'Italia. Forse, nel '95, quando mi sono laureata, era primo nella virtuale ed assurda classifica che le mie orecchie non avrebbero voluto ascoltare ieri mattina.
Poi, sai, Trento, Innocenza Cipolletta (grande uomo - e lo dico davvero - economista e ex-direttore di Confindustria), chissa', l'economia... Boh, comunque adesso e' primo. Buon pro'.

La cosa che non mi va giu', nonostante dovrei essere felice perche' mi sento molto legata al mio Poli e so che prendera' molti finanziamenti, e' che di nuovo si ragiona al contrario.

Invece di aiutare chi arranca, prendi Macerata, no, gli si tolgono finanziamenti.

E' come dire: togliamo aiuto ai poveri, chiudiamo le mense della Caritas, e coi "risparmi' miglioriamo la qualita' del caviale importato.

Ma scherziamo??? Purtroppo no, temo.

E allora saremo sempre più un paese (non mi viene la maiuscola) col "divide", di tutti i tipi, social, digital, ..., in perenne espansione. Che so, tipo Russia anni '80 o Argentina primi anni 2000.

Ansia.

Poi oggi accendo, SkyTg24n intervistano un contadino sardo che dice che i canadair era meglio se non fossero andati perche' hanno solo "riacceso il fuoco".

Considerato che a pilotare quegli aerei che volano su incendi a visibilita' praticamente nulla, con correnti d'aria che rendono il velivolo difficilissimo da pilotare, fanno radere la pancia dei canadair a filo d'acqua per riempirli e, una volta imbarcate tonnellate d'acqua, a volte in laghi microscopici (visti io l'anno scorso a Castelgandolfo), hanno poi appena il minimo spazio per decollare e, spesso, superare le colline attorno, ci sono degli eroi che mettono a rischio la propria vita per salvare cose altrui, se poi questi altrui cosi' ringraziano, beh, perche' non valutare l'ipotesi di non mandarli più dove sono malvoluti?

Cosi' almeno quei padri di famiglia non correranno più rischi per ingrati che, addirittura, li accusano di peggiorare la situazione. Secchi d'acqua (di rigorosa proprieta' degli ingrati stessi, cosi' si gestiscono loro la situazione senza poter accusare nessuno) e via. Mi si scusi la crudezza, ma l'ingratitudine e' una piaga sociale che sradicherei a bombe molotov.

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venerdì 24 luglio 2009

Fox Retrò

Ah, questo è il canale che aspettavo.

Tutte le serie di quando ero ragazzina, Love Boat, Mork & Mindy, i Jefferson (MITICO!), tutto.

Ma, pietà, signori palinsestisti. NON fate come per FoxLife, dove le puntate di TUTTO, tranne delle serie in anteprima, che so, le puntate di Will&Grace, di Dharma&Greg, de La Tata, vengono mandate in disordine perenne, con inoltre la preferenza di qualche puntata, che magari passa per tre giorni di fila uguale.

Se fate un canale solo di serie, che siano davvero "in serie"! Partite dalla prima e andate IN ORDINE avanti, per pietà. Non maltrattate le serie e gli spettatori...

Grazie fin d'ora, signori palinsestisti

martedì 21 luglio 2009

Blog o FB

Boh, non so bene.

Ho un blog, un account FB ed un tumblr.

Mi chiedo, cosa mettere su uno, sull'altro e sull'altro?

Sul tumblr di solito metto immagini che mi piacciono.

Adesso, da quando mi sono messa su FB, postavo quasi tutto qui, cose informatiche, tecniche, poco personali, forse, ma che potevano essere d'interesse, secondo me, per i miei contatti.

Ma è giusto? O queste vanno su un blog, che non può essere sempre e solo un blog di riflessioni.

Oppure i tempi sono cambiati e FB rimpiazzerà twitter, tumblr e blog? O questo non avverrà perché se no avremmo un overload d'informazioni che ci farebbe troncare i contatti?

Boh, non so bene.

Intanto ho trovato alcune notizie interessanti e, teh, le metto qua:
  • Twitcam, una bella idea
  • Google si toglie dai casini nelle cause per diffamazione
  • Quanto mi piacerebbe poter far jogging. Ma non so se la mia schiena ne sarebbe contenta. E, soprattutto, quando? Sono sempre talmente stanca che non riesco nemmeno a fare le cose che dovrei, in casa... Ma questo gadget... hm... mi sfizia
  • Vorrei capire se è possibile in Italia avere un iPhone senza ammazzarsi in costi di connessione. Ma anche un telefono con piattaforma Android non mi spiacerebbe affatto
  • Qualche consiglio su come superare l'epidemia della disconnessione



Penso al tempo che ho perso

Penso al tempo che ho perso, alla vita che non ho vissuto.

22 anni di studio, tutti i giorni, weekend compresi. Con i miei sempre sul collo.

Poi subito al lavoro.

Una bella storia d'amore. Bei viaggi. Poi scopro che lui non mi ama. Per lui è normale, gli basta l'intimità e la serenità che avevamo. Io ero troppo giovane per capire che aveva ragione lui.

Cerco di fuggire, e vengo a Roma.

Qui, 10 anni di tempo buttato via. 2 anni e mezzo di felicità e fatica ma amore, da parte mia, con un uomo e due figli suoi meravigliosi.

Ma il resto? Quante cose non ho fatto, quanta vita non ho vissuto. Quanto lavoro fatto con fatica, soddisfazione ma non gratificazioni, e quanto il lavoro ha tolto alla mai vita. Quante mostre non viste, tramonti persi, baci mancati, lacrime vere non piante, non quelle di dolore di adesso. Ma quelle che si piangono, o si asciugano, dall'amato.

Quanto tempo perso.

Il tempo è continuo o discreto? [post da geek]

Ieri sera ascoltavo RDS con la solita rotation serale infarcita di notizie idiote. Perché non la cambio? Perché la radiosveglia è sgamuffa anzichenò e non riesco a trovare un altro canale decente.

Salta fuori la diatriba-luna. Anzi, una nuova. Al mattino, sempre RDS, si sente l'intervista ad un ancora vivo (felice per lui) Tito Stagno che si lamenta che mentre faceva il suo lavoro (descrivendolo come il più complesso del mondo: "Dovevo anche fare calcoli", intendeva conversioni tra m/s e Km/h: moltiplica per 3,6, diciamo per 3 ed a spanne hai il valore, non è che serva essere un genio della matematica) è stato interrotto sul più bello da un altro commentatore, di cui non ricordo il nome, ma altrettanto famoso e, se non ricordo male, non più vivo, che gli ha fatto "perdere l'attimo" dell'allunaggio.

Ora, mi è parso poco carino continuare il vizio italico imperante delle critiche. Io mi lamento contro di te e sparo a zero. Tu spari a zero contro di me e ti lamenti. Poi, dopo 40 anni. In più, se non sbaglio, nei confronti di un morto che non può nemmeno difendersi (se non magari rovinandogli i sonni dei prossimi giorni). In più, tanto per sommare ancora qualcosa, su un tema così ENORME che queste ca%%atine sono davvero tali. E' stato, se è stato, un qualcosa di così grande che non è un istante in più o in meno che cambia la notizia. Solo un giornalista alla ricerca dello scoop millimetrico, e che vede come un caos il dover tradurre dall'inglese (ma non era corrispondente? Presumo anche ben pagato e sicuramente più fortunato di tanti altri del periodo) o fare moltiplicazioni, conversioni, diciamo, tanto per usare il termine giusto, potrebbe appendersi ad una cavolata del genere.

Non solo questa piccolezza in vista nella piccola Italia dell'estate 2009.

Un'altra ieri sera. Il dj notturno spara la notiziona: "Si festeggia il 20 ma in realtà la data è il 21, lo sbarco sulla luna".

E perché ? "Perché è avvenuto quando in America era il 20 ed in Italia la notte del 21".

E quindi? No, perché non capisco il problema: "Ecco quindi un piccolo GIALLO, un MISTERO, sulla data vera dello sbarco".

Testina, la data vera dello sbarco è: le 3 di notte, o quando è stata l'ora giusta, del 21 in Italia, o le 10 di sera, o quando è stata l'ora giusta, in America. E' precisa. Non c'è nessun giallo né mistero.

Il tempo è una quantità continua, non è che esiste O il 20 O il 21. C'è la notte in mezzo, ci sono le ore i minuti i secondi.


La Guardia di Finanza

Ieri sento la notizia, orripilante, dei 730 di ristoratori, esercenti di locali pubblici in genere, negozianti, et similia, e mi viene la nausea, perché a me le tasse, giuste, per carità, le tolgono direttamente dalla busta, ogni fine mese.

Io sarei contenta di pagarle. Sarei, uso il condizionale. Perché non mi va giù di doverle pagare anche per chi invece non lo fa.

Oggi mi altero. Mi ricordo un tipo che ho conosciuto, che si vanta di essere evasore, e se ne vanta talmente tanto da farmi vergognare di farmici vedere insieme.

Cerca la barchetta sotto x piedi così non lo controllano. Ha il macchinone ma intestato alla madre. Ha due schiavetti che paga in nero nel suo studio.

Chiamo il 117, pare sia lì apposta.

Mi dichiaro, dico nome e cognome, spiego la situazione, mi trattano, "mi" a me, come se fossi io a essere un oggetto inqualificabile. Io, addirittura, voglio fare una segnalazione.

E lei come fa a saperle, queste cose? Ho evidenze oggettive, perdio, ho indirizzi, targhe (buona memoria), nomi e cognomi.

Ah no, per queste cose deve recarsi di persona in Via Nomentana e fare denuncia.

Ma se vi mando una copia dei miei documenti via fax, un'autocertificazione, quello che volete? Si mette a ridere e stacca il telefono.

Peraltro, mi rendo conto solo ora, se io mi ero dichiarata con nome e cognome, il finanziere che mi ha risposto ben se n'è guardato di farlo. E anche volessi fare una segnalazione per dire non che conosco un evasore, ma che un finanziere ha staccato il telefono in faccia ad una che ha chiamato il 117 PENSANDO, evidentemente in modo erroneo, che servisse a quello, manco la possibilità di farlo mi viene data.

E allora penso che anche il 117 sia un presa per il cuo. Ci dicono che possiamo collaborare con la GdF per ridurre l'evasione. Ma non è così.

Un'altra presa in giro.

lunedì 20 luglio 2009

E gli italiani?

Dinamica che mi sfugge.

Ieri un italiano è arrivato terzo al Tour de France. Terzo di tappa, settimo in classifica generale.
Si chiama Vincenzo Nibali. E' un ragazzo, giovanissimo, di Messina.

Ma c'è una cosa che non capisco.

Perché non si dica.

Perché oggi tutti a dire Contador primo e Armstrong secondo. STOP. E perché non aggiungere: "Una giovane promessa del ciclismo italiano terzo"?

Non so. Sinceramente mi sfugge.

venerdì 17 luglio 2009

Emmy Award 2009. Peccato...



Peccato, manca quasi tutta Grey's Anatomy e pure gran parte di Dr. House.

La tripla vita di un libro corto

Dunque, partiamo da un assunto: Camilleri è un genio.

Questo è da dare per scontato. E sia.

Però.

Però ieri ho iniziato (e finito, in dieci minuti senza correre) La tripla vita di Michele Sparacino.


Sono 50 pagine di racconto - geniale, pazzesco, grandioso - e più o meno altrettante di intervista con Camilleri.

Ma il racconto sono 50 pagine. Per 12 euro.

Ora, va bene, per carità, libro carino, copertina rigida e dorso telato (pagine incollate e non cucite, però, guai ad aprirlo troppo), bella grafica. Bello il racconto, bello tutto. Ma, cazzarola, veramente un po' caro.



L'ecologia non fa per me

Lo so, devo vergognarmene. Non ho spirito ecologico. Anzi, dirò di più (e mi si scaglino pietre addosso), non amo nemmeno gli animali.

Mea culpa, mea culpa.

Però l'altro giorno sono stata invitata a una campagna di zzub, di solito sono carine, mi dico, e mi iscrivo.

Presenta, e porta a navigare, un sito ben fatto, si chiama You4Planet, e confesso che mi ha preso.

Perché in fondo, anche se è vero che ho una casa che non vorrei avere, la mia casa vera è la Terra, e qualcosa bisogna farlo. A parte farsi tatuare sul braccio, come ho fatto, il triskele. Non per ecologia ma per "bilanciarmi" con il mio sentirmi inutile in questo mondo.

Chissà, forse potrei diventare un pochino più ecologista, anche grazie a questo sito.



La luna

Ho sempre amato la luna.

L'anno scorso avevo fatto regalare al figlio del mio ex per il suo compleanno un telescopio. Ci abbiamo impiegato un po' a montarlo ma poi lui, il mio ex, ci era riuscito.

E quando ho messo l'occhio la prima volta sull'obiettivo e l'ho vista, con quell'aura tremolante che la rendeva quasi viva, ho pianto di commozione.

E' stato un momento bellissimo, uno di quelli che vorrei dimenticare perché troppo belli.

E adesso che, giustamente, ci propinano la luna in tutte le salse, sto male, perché a me, la luna, l'aveva regalata lui.

giovedì 16 luglio 2009

Devo provare

Io le ho comprate, le FiveFingers della Vibram.

Le ho indossate poco perché il mio ex le guardava con disprezzo. Sicuramente non sono belle, ma, cavoli, per me che ho sempre avuto il terrore di camminare a piedi nudi, ecco, con quelle provavo le stesse belle sensazioni senza il terrore d'incappare in qualcosa di appuntito o tagliente.

Ed ora, l'epifania:



Con la schiena incriccata che mi ritrovo non so se mi metterei di colpo a correre, né con un buon paio di scarpe da corsa, né con le mie amate FiveFingers. Però... chissà...

Intanto a Sharm, quest'anno, me le porto, e anche se faccio ridere, tié, le metto lo stesso.


Il migliore amico delle single

Risolto un problema, quello dei piccoli lavori in casa (ed in giardino) che, pur da ingegnere, non mi va di fare da sola. Causa ragni, mancata forza per chiudere completamente il bullone di fermo di un rubinetto, o spostamento mobili senza ernia del disco.

I mariti in affitto. Uno spettacolo.

Non esistessero dovrebbero inventarli.

Non devi contraccambiare in natura, li paghi tranquillamente con un assegno e ti rilasciano regolare fattura, non devi lavargli i vestiti, preparare la cena, pulire le ferite che si fanno.

Peccato che non ci si possa confrontare sui problemi del giorno, vivere la serena intimità di coppia, parlare del più e del meno, ricevere una telefonata tanto per sapere come va la giornata e chi compra il pane. Va beh, a quello forse devo rinunciarci (non voglio ancora disperare però). Ma i lavoretti, beh, cavoli, comodo!

Come rovinarsi il portafoglio anche stando in ufficio

Vorrei risparmiare.

Il condizionale è d'obbligo.

Mi chiuderei in casa nei week-end per evitare il rischio spesa.

Poi mi trovo a prenotare le ferie, una due giorni di stacco obbligatorio per non dare di matto, e pure le necessarie operazioni pre-vacanze dall'estetista. Insomma, un botto.

Ci si aggiungano gli outlet on-line. Pericolosissimi.

Oggi ho scoperto Vente-privee. Spettacolare. Troppo. E ho subito comprato.

martedì 14 luglio 2009

Il corpo che parla

Boh, l'ho anche letto da qualche parte, quindi forse non sono l'unica matta a pensarlo.

Il corpo parla. Ti dice che, se ha qualcosa che non va, c'è un motivo. O forse il motivo lo mette la tua testa. Ma tant'è.

L'inizio di quest'anno è stato uno schifo. Dal 6 Gennaio ad oggi, e chissà fino quando.

I primi tempi mi sono massacrata, prendendo l'autobus, il Cotral, per venire al lavoro. Sempre, con qualsiasi tempo, soprattutto la pioggia che ha fatto per quei mesi.

Non me ne fregava niente del tempo, del freddo, dell'umido, avevo i cavoli miei. Avrebbero potuto rompermi un randello in testa e non me ne sarei accorta. Mi sono scoperta con tagli vivi sanguinanti senza che manco sapessi come me l'ero fatti e senza che sentissi male. Il male lo avevo dentro.

E mi sono scoperta, a Marzo, con un dito del piede, un banalissimo dito del piede, tutto storto e con una vescica enorme sulla "nocchia".

Chissà da quando l'avevo. Era un'infezione viva, e il dito era tutto storto, come se si fosse rotto e riattaccato male. Poi ho pensato che, sì, per tutti quei giorni, mentre camminavo verso il lavoro o verso casa, avevo qualcosa che non andava al piede, ma il male vero lo avevo dentro, e non ci facevo caso.

Poi mi ha fatto infezione, mesi di impacchi, di pomate, di cerotti apposta, niente ha fatto bene. E' ancora lì che non riesco a piegarlo, e a quello ormai vi ho rinunciato, e che non sopporta le scarpe chiuse sopra.

E' un segnale. Io amo le scarpe, adoro i sandali aperti. Ma posso metterne solo due paia, con questo dito, che manco mi piacciono troppo.

Oggi ho "osato" una ballerina chiusa, senza mettere una protezione sopra. Dopo 7 mesi, mi sono detta, sarà passato. E invece fa un male boia.

E' il mio corpo che mi dice che ho ancora male dentro. E mi ha colpito nel piede, nella mia passione feticistica per le scarpe, che non posso indossare.

Dovrei far passare il male dentro per tornare a camminare più o meno bene (a parte il fatto che il dito sicuramente continuerà ad essere storto ed a tormentarmi). Non so quando capiterà. Se capiterà. Adesso non è così. Inutile forzare, mettere pomate, cerotti o cosa. Se non passa nella testa, anche il piede, laggiù, così distante, non smetterà di tormentarmi.

lunedì 13 luglio 2009

Altre panzane

Non compro MAI Il Giornale.

Non lo tocco nemmeno.

Molto razzista, guardo pure con occhio cauto chi lo espone in pubblico.

Un giorno la rassegna in TV ne legge la copertina: "Non e' vero che non ci sono lavori. Oltre 3.000 posti per ingegneri".

Wow! Corro, lo compro e trascorro due giorni a spedire curriculum agli indirizzi indicati. CV di livello, posso garantire. Lettere d'accompagnamento personalizzate. Insomma, un lavoro fatto bene.

Della cinquantina di segnalazioni almeno una decina riportava indirizzi sbagliati o, due o tre, "mailbox quota exceeded" (informare prima gli interessati?).

Gli altri? Vuoto assoluto. Buco nero. Nemmeno: "no, grazie, non c'interessa".

Copertina falsa, notizia falsa.

Oggi un'altra: "come guadagnare con i tassi zero".

Signori, sono fesserie, pubblicita' false per vendere più copie a fessi che, come me, ci cascano.

Fanno vedere che l'Italia e' perfetta e isola felice, basta seguire i loro consigli. Gia', come no? A seguirli si rimane con l'amaro in bocca e lo schifo di esserci cascata anch'io.

L'Italia e' in crisi. Lavoro ce n'e' poco. I soldi non li regala nessuno. I consigli dei "furbetti del Giornalino" sono solo inchiostro buttato via per far abboccare ingenui come me.
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A proposito di questione etica

Dopo quell'oscenita' di Bianchini, che un magistrato che se ha una figlia spero si renda meglio conto di quello che ha fatto nel dichiararlo 10 anni fa incapace di intendere e di volere e di lasciarlo andare, nel PD si parla di "questione etica".

Boh, sì, l'idea non e' malvagia in genere, dovrebbe valere per tutto e tutti, dai centri estetici alla Camera e Senato.

Un suggerimento: alle primarie si e' candidato anche Adinolfi.

Lo aveva gia' fatto alle ultime, di primarie. Anzi, si era dichiarato "il candidato dei blogger".

Ohibo', mi sono detta, io sono blogger, quindi e' anche mio candidato! Andiamo subito a vedere cosa scrive!

E li', orrore. Un blog a base di donne trattate da oggetto e di partite a poker per soldi, dettagliatamente descritte.

No, mi ero dissociata sul mio blog (che, come questo, conta come il due di picche, ma la democrazia mi permette ancora di farlo e ne approfitto)! Ma che, scherziamo? Quell'animale non mi rappresenta per un cavolo, altro che "candidato dei blogger"!

Alla luce della "questione etica" prego chiunque abbia la possibilita' di farlo nel PD di controllare quello che scrive (o almeno scriveva, se ha qualcuno dietro che lo consiglia probabilmente ha cancellato quei post osceni) e di valutarli attentamente.

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Facciamo ognuno quello che sappiamo fare

"Il comico Beppe Grillo si candida alla segreteria del PD".

Ecco, "il comico".

In questo bravo, ha fatto ridere, fa ridere.

Non e' un politico. Fa ridere sentire questa notizia. O piangere?

Si riempie gia' la bocca del nome di Berlinguer. Ma come, prima attacca tutto e tutti, segue bufale abboccando come un tonno demente, ed adesso si candida al PD? Ma no, per carita', signor COMICO Grillo. A meno che non sia una boutade, e allora applausi, eviti. Se non vuole far ridere e pensa di poter essere politico, beh, prego, siamo in democrazia, lo faccia. Ma lo faccia con un partito suo. Non si "mescoli" con un partito che ha sempre criticato. Per carita'. Li lasci lavorare o non lavorare, come pensa lei.

Ma non mescoliamo più comicita' e politica. Ce n'e' gia' abbastanza, da ridere, o da piangere.

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domenica 12 luglio 2009

Ma come ti vesti?

Ma come ti vesti?

Mi rimbomba ancora in testa, maledizione, quel pensiero. Ma come mi vesto?

Anzi, ma come vorresti che mi vestissi?

Eccomi, sono una Barbie, questa e' la mia carta di credito, prendi, scegli quello che mi vorresti vedere addosto, vestimi come ti piacerebbe. No? Non va bene? Mi guardi disgustato. Lo so, ho capito, sei disgustato dal mio gusto. Dal mio non-gusto. Non puoi credere che mi vesta cosi'. Scusami. Aiutami.

Un giorno mi hai ucciso. Mi hai raccontato i retroscena della sera in cui ho conosciuto tua figlia, aveva 17 anni.
Ero emozionatissima. Avevo scelto cosa mettermi, ci avevo impiegato forse più tempo di quanto non ne impiegassi per scegliere cosa mettermi per uscire con te. Ero tranquilla.
La serata mi sembrava fosse passata liscia. Anche perche', me meschina, ancora non sapevo quanto fosse importante per te, per la tua famiglia, l'aspetto esteriore.
E invece no.
Un giorno, orgoglioso, forse perche' nel frattempo avevi iniziato a "cambiarmi", me lo hai detto. "Lo sai cos'ha detto M* la sera che vi siete incontrate?". Ed io, contenta e curiosa, e convinta fosse qualcosa di bello, pendevo dalle sue labbra. Lui, orgoglioso, come dicevo: "Ma come si concia quella?"

Ma come si concia? Come mi concio?

Ma... Veramente... Ma cosa conta? E tu sei pure orgoglioso? E me lo racconti?

Io cosa dovrei dire delle tue scarpe a punta, delle magliette a serafino, le infradito di gomma bianca per il compleanno di tuo figlio, al ristorante (non al mare)? Ma a me cosa me ne frega? Mi vanno bene pure loro, va bene tutto. Posso dirti "preferisco le college classiche", ma vedo che gia' solo questo ti fa venire la nausea, ho smesso di dirti cosa mi piace vedere addosso un uomo. Solo su un cappotto mi hai lasciato "confonderti", e te lo sei fatto regalare.

Il resto, eri tu l'arbiter elegantiarum. Tu ed i tuoi figli. Mi lasciavi solo dire qualcosa con pazienza ed accondiscenza quando si trattava di qualche regalo, a tua figlia o alla tua ex-moglie, ma non eri mai convinto. In fondo, come mi concio?

Una sera, l'"epifania". In una discoteca una coppia. Lui, alto, magro, allampanato, un po' nerd. Lei minuta, bionda, caruccia.
Tu hai pontificato: "quelli come lui non dovrebbero mettersi con donne belle, lei deve per forza essere straniera".
Il mio cervello rifiutava di elaborare il concetto.
Cosa?
"I brutti devono mettersi coi brutti".
Hitler ha iniziato cosi', ti dico. E t'incazzi. Ok, scusa, scusa. In fondo l'ultima cosa che mi va e' di discutere di gusti estetici, so gia' di partire perdente.
"Lui dev'essere ingegnere"
Beh, ok, anch'io ho questo difetto, ti ricordo.
"Sì, i libri rendono cosi'". Ma cosi' come? Brutti?
"Sì, gobbi, brutti, con gli occhiali"
E dovremmo accoppiarci tra noi? Quindi io dovrei andare con lui al posto della biondina insignificante?
Rispondi male, rimanendo incazzato.
Viene a supporto tuo un'amica del tuo giro. Ok, e' vero, avete ragione. Che stupida che sono, non ci ho mai pensato.
Ed in quel momento avevo solo voglia di piangere, mi sono sentita di colpo meno di una cacca di mosca, volevo uscire e prendere un taxi e lasciarli alla loro casta di belli (opinabile, ma io non guardo l'aspetto estetico).

Ma come ti vesti? Il titolo del programma di Discovery Real Time che ho appena visto. Mi si sono intorcicate le budella. Ma come ti vesti? Ma chi sei tu per giudicare? Ti pagano, vi pagano, coppia di presentatori "personal shopper" per criticare lo stile dei vostri fortunati prescelti, mandati alla berlina dai fidanzati che hanno "chiesto aiuto".
Ma io chiederei aiuto per loro. Aiuto psicologico. Farei capire che anche se il gusto non e' degno delle loro aspettative, forse e' meglio guardare oltre. Se "oltre" manca anche quello, allora passi. Ma altrimenti...
Che poi, voglio dire, anche chi ha chiesto l'intervento degli esperti non e' che vestisse gran moda. E allora?
Poi i fortunati che si sono fatti distruggere il guardaroba vincono una carta di credito con duemilaeuro per comprare tre mise, giorno, occasione e sera. E grazie al cavolo. Cristalli, perle, chiffon, sete, scarpe cuoio tacco 12 con plateau come piovesse. Per 3 abiti. In cambio di un guardaroba intero.
Duemila euro per 3 vestiti. Uno da giorno. I giorni di lavoro sono 5. Per una settimana 5*(1/3)*2000 euro. Vogliamo fare almeno due cambi al mese? Allora raddoppiamo. (10/3)*2000 euro. Wow! Solo per andare a lavorare. Embeh.

Ma come ti vesti?

Sai che ti dico? Come cazzo mi pare. E se non ti piace girati dall'altra parte. Sono disposta ad ascoltar consigli, ma in reciprocita'.

Comunque, nel mio caso specifico, il problema non si pone più. Non so se vi ho guadagnato, anche perche' pur non essendo più nella mia vita il Maestro di stile, io ormai vivo nei calcinacci sbriciolati dell'autostima. Anche quella del guardaroba. Non sono più convinta di come mi vesto.

Penso che se fossi un uomo a cui una donna mi avesse detto "ce l'hai piccolo e vieni subito" non sarei rimasta più colpita di quello che m'e' successo a sentirmi dire "Ma come si concia quella".

Ma come ti vesti? Vaffanc...
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sabato 11 luglio 2009

E son cose belle

Non trovare un orologiaio sano.

Litigare con i genitori in modo piuttosto "sodo"

Chiamare un amico per dirgli che si vuole giocare al superenalotto e per farsi dare una colonna e sentirsi dire: "no problem, la gioco io"

Comprare una radiosveglia con proiezione a muro dell'ora e scoprire che non e' radio, che proietta al contrario e non si puo' ribaltare l'ora, e che l'alimentatore surriscalda

Scoprire che l'amico che doveva giocare i numeri ha trovato la tabaccheria chiusa.

Ora, l'ultima cosa che faro' e' guardare i risultati dell'estrazione...

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Fiumicino, il paese senza orologiai

Mi si ferma l'orologio. Anzi, due. Uno un mese fa, ma quello e' da riparare.

Poco male, ne ho altri.

Tutti fermi. Ritenta, sarai più forunata.

Oggi ne prendo due e vado "per orologiai", a Fiumicino citta'.

Tutti mi hanno chiesto DIECI GIORNI (uno no, "il nostro laboratorio chiude per ferie, non prima di fine agosto") per cambiare una batteria ad un Sector e ad un Fossil. Non parliamo di riparare l'Andre Belfort, per quello si parlava di "mesi per il preventivo".

Mi metto il cuore in pace per la riparazione.

Vado al mercato del sabato di Via Foce Micina. Un tipo che vende accendini, attak con il pennellino, e cinturini da orologio.

Mi viene l'ispirazione e chiedo: "cambiate batterie agli orologi?". La risposta? "Certo! E che ci va?". Beh, non so che ci vada, lo chieda ai paludati e fichissimi orologiai della citta' (citta', si fa per dire. Fiumicino "sarebbe" citta', ma mi hanno mandato a Ostia, che e' un quartiere di Roma, in due casi, se volevo cambiarle subito), che ci va.

E' una cavolata. Ma si puo' definire citta' un posto dove non ti cambiano la batteria di un normalissimo orologio?
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Case

Berlusconi cerca casa a L'Aquila per coordinare i lavori.

Se non ricordo male ci sono decine di migliaia di residenti che la casa l'avevano ma non esiste più. E vorrebbero anche loro casa, invece stanno in tende gelide di notte e roventi di giorno.

Perche' Berlusconi non va a stare anche lui in tenda?

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Quanto tempo perso

10 anni che sono a Roma.

Quando mi sono trasferita qui gia' pregustavo un'uscita ogni sera. Un concerto, un giro in Centro, a teatro.

Quante volte l'ho fatto in tutto questo tempo? A parte quei tre anni, MAI.

E se c'e' da andare a cena fuori, il pensiero di dover partire dall'ufficio, rassettarmi, prendere il taxi ed andare. Da sola

Sempre da sola. Che senso ha vivere a Roma ma non vivere Roma? Che senso ha non condividerla?
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venerdì 10 luglio 2009

Pubblicità da occultare, ma definitivamente

Ritengo i promo pubblicitari una sublime forma di opera d'arte. Far passare in un massimo di 30 secondi (e già son tanti) un messaggio che arrivi al cuore, alla testa ed al portafoglio di chi lo guarda.
Più facile fare un filmone nato per accaparrarsi tutti gli oscar come Il curioso caso di Benjamin Button, che dura due ore e passa. Almeno UNA scena in cui ogni attore sembri bravo capiterà, no, statisticamente? Anche la fotografia, in due ore una scena decente, anche per sbaglio, salterà fuori... Salvo poi scoprire che, beh, non è così ed è solo una mattonata.

Le pubblicità sono diverse.

Se son fatte bene, beh, cavoli, mi piace guardarle.

Da quando ho abbandonato completamente la TV "normale" per passare al satellite e basta purtroppo si va a mesi. Il mio telecomando è "bloccato" tra Fox, FoxLife, FoxCrime (e poi gli immancabili SkyTg24, SkyMeteo24 e BBC). Su questi canali i blocchi sembrano seguire le pagine del calendario. Tutto Luglio Activia, tutto Giugno Enel, e così via. Sempre, tutte uguali.

E così, con gli "ammucchi mensili", finisce che le cose inguardabili saltino all'occhio meglio.

Queste le peggiori:
  • Giulia e la coca-cola: dopo il mulino bianco un'altra fantastoria di quanto è bello stare in famiglia. E chi non arriva lo stesso a fine mese? E chi la famiglia non può farsela perché per campare deve lavorare come un matto (o una matta)? Non è un po' una presa per il c.? Beh, almeno l'hanno smessa
  • In genere tutte le pubblicità dei chewing-gum: qui i pubblicitari devono spegnere tutte le sinapsi, perché sono una più scema dell'altra (e inoltre non ci si ricorda nemmeno la marca, di solito, che, dico, al limite se fosse brutto e basta pace, ma che manco mandi il messaggio, è proprio inutile). Parliamo del tipo che gira nei boschi con la pelliccia e viene colpito da una bella siringata di anestetico per mostrare il bianco dei denti? Parliamo del pirla del bar dove avviene la rapina, gli tirano la pistola e lui la prende pure in mano? Parliamo del tipo che sta col fenomeno da baraccone con le gambe di quattro metri e deve baciarle tutte? No, non parliamone, che è meglio
  • Tutti i trailer delle puntate successive a quella appena terminata di qualsiasi serie in prima TV su Fox, FoxCrime e FoxLife. Esempio: penultima puntata di Grey's Anatomy. Finisce, ho ancora i lacrimoni che sgorgano a ettolitri, non faccio in tempo a ricordare che sto correndo un rischio e... ZAC! Eccolo lì "Settimana prossima il puntatone secolare di Grey's Anatomy", con tanto di scene che consentono di capire TUTTO quello che accadrà. Grazie, davvero, grazie mille! La prossima volta che leggi un giallo dimmi qual è che lo leggo prima io e ti chiamo per dirti chi è l'assassino!
  • La pubblicità di Omino Bianco, quella del gelato sull'ottovolante. No, per favore, è proprio uno schifo. Punto
  • La catena di sant'Antonio dell'Enel: quella dove la bambina accende la luce alla Bufalotta e, tramite un passaggio di accensioni di luci (vita grama quella degli anelli intermedi della catena, che devono stare lì, ad occhi aperti e sbarrati, ad aspettare che la bambinella decida di dormire), arriva a dare la "buonanotte luminosa" al padre in Alaska. Che incubo. Magari uno squillo di telefono, senza manco rispondere, era più facile. La musica è alienante. Ha ammorbato tutto giugno sui canali satellitari, adesso la frequenza è un po' diminuita, in compenso me la sono ritrovata sulla BBC, fortunatamente in versione ridotta

Insomma, per carità, lo so che è difficile fare qualcosa di bello in 30 secondi, ma certe cose sono brutte a prescindere anche dalla soggettività del giudizio. Dite qualcosa ai decisori che le hanno scelte...

giovedì 9 luglio 2009

DIY









Quanto avrei voglia di mettermi a farli...




Si riparte?

Devo farcela ad iniziare di nuovo.

Qualcosa sembra darmi una mano. Un nuovo inizio, anche se forse non riesco a chiudere davvero col passato, ma qualcosa è entrato nella mia vita.

Un qualcuno che già c'era, e che non potrà esserci. Ma ora è lì. Come lo è stato fino a tre anni fa. Rendendomi felice e aiutandomi, anche allora, a incollare i cocci della mia autostima.

Forse 'stavolta l'impresa è ardua, i cocci si sono sbriciolati. L'età m'inquieta. Sento di portare avanti una vita senza più scopo. Ma c'è qualcuno che c'è già stato, ed ho riscoperto. E quando ci penso sono felice.

Perché con due parole sa farmi sorridere. Troppo tempo che non sapevo più farlo.

Forse non potrà mai più essere un altro tempo davvero. Ma lui c'è

Fare acquisti

Alla faccia del risparmio. Ma non vuol dire essere taccagni. E nemmeno privarsi del "sostentamento dell'anima".

Grazie alla terribile Jenny, l'assistente automatica di IBS, mi sono appena comprata

  • La tripla vita di Michele Sparacino
  • Un inverno italiano (che ci impiegherà un po' di giorni prima di essere disponibile, facendomi attendere ansiosamente anche gli altri...)
  • Almeno il cappello, questo Jenny non ha colpa se ho deciso di comprarlo. Per la prima volta mi sono lasciata andare ed ho superato il mio "scoglio mentale" di non acquistare libri che abbiano partecipato a concorsi letterari... Anzi, mi sa che quest'anno mi sparerò tutti quelli del Premio Strega (appena arrivati in economica. La prima edizione la riservo ancora solo a Camilleri)

lunedì 29 giugno 2009

Cocktail di farmaci

Dicono che Michael Jackson sia stato ucciso da un "cocktail di farmaci".

Dicono che la tata, ormai diventata santa, gli praticasse lavande gastriche periodiche per "depurarlo".

Io ho una malattia genetica, curabile ma ce l'ho. Essendo curabile ed odiando fare la vittima, mi sto curando. Peccato che, anche a causa delle case farmaceutiche che a volte, stranamente, rendano irreperibili in alcune parti del mondo certi farmaci, anch'io assumo un cocktail di farmaci.

Ebbene sì, ormai da tre anni. E i tipi di farmaci li ho dovuti cambiare più volte, per cercare quelli più efficaci per me.

Ma prendo 1, 2, 3, 4, ecco, 4 diversi farmaci ogni giorno. Ne ho presi anche 5. Sotto controllo medico ed a dosaggi (ora decrescenti, perche' ormai sono guarita ma alcuni NON LI SI PUO' mollare di colpo, se no il corpo soffre) adatti al mio corpo.

Ci sono stati due periodi in cui, prima il mio ex, poi i miei genitori, convinti che fossi drogata e succube del mio medico, che invece mi stava curando bene, mi hanno spinta a smettere di colpo. Mai stata cosi' male. Se smetto due dei farmaci che assumo cosi', di colpo, senza scalarli, sto malissimo. Attacchi di panico, male al cuore. Insomma un casino.

Uno di quei farmaci e' uno psicofarmaco, che prendo a dosaggi tali da aiutarmi a guarire da una neuropatia periferica. Non sono e non risulto drogata. Sono, ero, malata, e mi stanno guarendo. Ma per guarire i farmaci servono.

Allora, nella mia ignoranza, mi chiedo: non e' che la cara tata che faceva le lavande gastriche a Jacko (lavande gastriche, il corrispondente moderno degli antichi salassi), gli ha fatto più male che bene?
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venerdì 26 giugno 2009

Non sono forte

Vorrei gridarlo al mondo

NON SONO FORTE

Non sono indistrutibile.

Né io, né il mio cuore, né la mia mente.

Sono sensibile. Magari non sembra, ma lo sono. Sto male, se mi si ferisce.

"Sai, l'altra è tanto tenera e debole, non posso farla soffrire, tu sei forte ce la puoi fare".
NO. Lei è stronza e sa recitare. Io sono debole, e soffrirò maledettamente, come un cane, mentre l'altra si farà mettere l'anello al dito e poi incinta, e mi guarderà con aria di sfida, con gli occhi che dicono: "Sei proprio una stupida stronza". Ed avrà ragione.

"Sai, è morto X". X era il mio migliore amico, un uomo splendido che era anche un po' padre, e in quel momento muoio un po'. Non bestemmio, non riesco a piangere perché sono troppo sconvolta. Non ricevo pacche sulle spalle. Perché gli altri dicono che sono forte.

Ho un colloquio. Maledettamente importante. E' in inglese con un francese, ed io sono piemontese. Mix esplosivo.
E' alle 10.30. Alle 10.15, mentre sono lì che aspetto d'entrare, ricevo la telefonata di mio padre. Mia nonna di 92 anni si è rotta il femore, a 700Km di distanza. Maledizione, ma perché me lo dici? Chiedo se devo salire subito, se è un modo di dire "Nonna non c'è più" o se posso passare prima il colloquio. No, non è il caso di salire, "Non sappiamo ancora niente". MA ALLORA, MALEDIZIONE, PERCHE' ME LO DICI SUBITO PRIMA DEL COLLOQUIO CHE DOVREBBE CAMBIARE LA MIA VITA???

Non sono forte. Sono un essere umano, con tanta più debolezza di tanti altri, che ha sofferto perché, non capisco il motivo, gli altri pensano che io tanto non soffro, e giù pesante.

NO, IO STO MALE, come gli altri. A volte, forse, anche di più.

Per la cronaca, forse mia nonna manco se l'è rotto il femore. ALLORA PERCHE' farmi stare così, farmi fare la figura della stupida, perché?

Notizie

E' strano, ti svegli una mattina, accendi la tv e senti che e' morto Michael Jackson.

Ieri hai sentito alla radio che e' finita la strada di Farah Fawcett.

E ti sembra che un'era sia passata.

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mercoledì 24 giugno 2009

Coincidenze coincidenti

E' noto. Sto cercando di vendere casa.

Un amico mi aveva consigliato un'agenzia. Anzi, una persona. Lo contatto, si diventa amici, bla bla bla.

GLI TROVO i contatti, decido da sola, senza ricevere un feedback UNO SOLO (su una ventina di contatti che gli ho trovato) su prezzo posizione mobilio quant'altro, di diminuire il prezzo, niente. Gli chiedo di nuovo di sapere qualcosa, manco mi dice "E' il periodo". Gli chiedo di NON fissare appuntamenti dopo le 18.30, me li ha fissati tutti DOPO le 18.30. Tant'è che penso abbia capito male. Ma no, è che sono i clienti che vogliono così. Mah, i primi contatti che avevo avuto io, tutti prima, tant'è che avevo deciso di darla ad un'agenzia proprio perché non riuscivo ad assentarmi dal lavoro con quella frequenza. Strano. Comunque, mi dico, in fondo anche dopo le 18.30, basta che si venda. Gli chiedo solo di mandarmi un sms alla fine degli appuntamenti, in modo che potessi tornare a casa. Bene. Una volta se ne dimentica, lasciandomi un'ora ad aspettare fuori casa, un'altra mi dice che IO HO SBAGLIATO GIORNO e che sarebbe stato l'indomani, l'appuntamento (così due sere bruciate). Niente.

Tralascio che non ha trovato per 5 giorni l'interruttore della luce, che anche un orbo avrebbe, ad intuito, trovato in meno di cinque secondi, e che non ha fatto un minimo di passaggio di consegne a delle sprovvedute colleghe che lo hanno sostituito un pomeriggio (fortunatamente ci siamo sentite prima, le ho "interrogate", ed ho ovviato mandando un "bignami di casa mia" da portarsi dietro).

Mi stufo. Dopo aver perso due mesi, pure buoni dato che la casa è al mare ed il mercato è potenzialmente più dinamico adesso, mi rompo di sana pianta.

Chiamo per revocare il mandato lunedì, pensando che mi avrebbe fatto grane.

"OK, ti lascio le chiavi sul tavolo 'stasera, ho un altro appuntamento ALLE SETTE E MEZZA".

Intanto mi guardo attorno. Mi informo, la casa aveva fatto gola anche ad altre agenzie. Ne sento una o due. Ne identifico una che mi pare più seria, ma vuole l'esclusiva. Ancora non ho firmato niente.

Ma mi fa: "Vedrà che o le fa grane, o l'ultimo appuntamento, casualmente, sarà quello buono".

Previsione azzeccata. Grane zero. Ma, ohibò, proprio l'appuntamento di ieri, l'ultimo loro, è stato positivo. "Il contatto era interessato".

Chiedo se è lo stesso contatto che ha portato le pulci in casa e per il quale è stata distrutta una zanzariera nel cercare di chiudere (presumo sia servita la forza di 20 braccia) una finestra.

Nooo! E quando mai, quello era un altro cliente, loro avevano solo aperto la porta e fatto entrare un'altra agenzia... Dico, e che coincidenza! Eh no, mi rispondono, è che "ci va tempo per vendere casa". Esattamente quello che intercorre tra quando ti ho dato il mandato e quando te l'ho revocato...

Beh, insomma. Non importa.

Se va a buon fine, pochi, maledetti e subito, e poi gli aggiusto pure la zanzariera e le pulci le ho tolte prima che mi creassero casini igienici (abituata a parenti con cani che girano nei giardini).

Speriamo che sia andata. All'ultima, alla prima, basta che vada bene.

Son coincidenze.

A volte è troppo comodo

Forse è perché sono stata tirata su da piccola con l'idea del "devi sempre arrangiarti da sola, fare conto solo su di te".

Forse è un errore.

Perché "obbligare" una persona ad essere indipendente?

L'indipendenza è una fregatura. Sono qui, sola, non mi lamento sul posto di lavoro. Ho da pagarmi il mutuo, sola. Non dico niente a nessuno, stringo i denti e vado avanti, comprando cose al Todis invece dell'Auchan, anche se sono meno buone, ma costano di meno. Arrivo a fine mese e riesco anche ad andare a Torino una volta ogni tanto.

Poi vedi delle segretarie che sono sempre vestite fighette. Oro a bizzeffe, che io me lo sogno, abiti nuovi ogni giorno, scarpe da urlo. Sempre. Capelli perfetti.

E ti chiedi: Boh?

Poi capisci, perché un giorno viene da te una a dirti: "Ah, non ce la faccio più, voglio andarmene da quello stronzo del mio compagno, sono 20 anni che stiamo assieme, non lo sopporto più. Voglio vedere casa tua per comprarla".

Ok, sono X mila euro. "Ah, no, è troppo!".

Mi spiace, sono X mila euro. Punto.

Lei è una di quelle sempre perfette e cariche d'oro. Gliela vendo a quello che l'ho comprata. E lei: "Ma hai un mutuo, ci stai da un anno, a te adesso costa di meno".

No, cara. Non ti dico qual è il debito residuo, sono X mila euro.

"Capiscimi, io ME NE DEVO ANDARE, ma NON HO NIENTE di mio, la macchina è sua, la casa è sua, io NON HO NIENTE".

E quei chili di oro che hai addosso? Vendi qualcosa.

E in 20 anni che non hai avuto spese perché la casa era sua, la macchina era sua, i soldi li hai messi tutti nei vestiti?

No, sono sempre X mila euro.

"Ma sai, cara, sarei DA SOLA".

Brava, benvenuta nella realtà. Anch'io sono DA SOLA. Lo sono stata per 7 anni su 10, qui, tra affitto e mutuo, e non andavo a piangere miseria con un bracciale tennis di brillanti, gli orecchini abbinati, una catenaria al collo che pesa da farti venire la cervicale, ed i vestiti eleganti.

Sono X mila euro. Sei da sola? Anch'io, embeh? Io non giro vestita così, non me lo posso permettere. Anche quando ho avuto un compagno, forse ho sempre pesato troppo poco, forse mi fossi dimostrata più dipendente l'avrei tenuto. Forse un po' di più.
Ma no, non volevo essere di peso. Anzi, ho fatto il possibile per contribuire alle spese di casa.

Cara la mia Madonna di Lourdes tanto oro hai addosso, la casa sono sempre X mila euro.

Mi hai aperto un mondo, ho capito che non ho capito niente. Che bisogna farsi mantenere.

Ché in questo momento, avessi un compagno, mollerei il lavoro, subito, farei la commessa per un po', intanto cercherei qualcosa di diverso. Ma non posso, devo ingoiare e mandar giù. Perché sono DA SOLA. Ed ho un mutuo e devo campare.

Sono sbagliata io, per carità, ho scoperto di essere l'unica che non aveva capito il trucco. E l'ho scoperto troppo tardi. Adesso come faccio ad imparare a fare la mantenuta?

domenica 21 giugno 2009

Alternative

Sentir Briatore che c'e' una grande probabilita' che si faccia un campionato di F1 alternativa, contro Mosley.

Fa bene alla salute sentir cose cosi'!


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venerdì 19 giugno 2009

Compagni di viaggio

La danza del gabbiano, l'ultimo di Camilleri.

Travolgente.


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Ma eravamo proprio senza?

Mimmi Gunnarson, la difficilmente comprensibile e variamente interpretante nel tono della voce meteorologa di SkyMeteo24.

Bella, per carita'.

Ma non avevamo meteorologhe italiane?

Io sono per l'integrazione, me ne va bene anche una australiana, iraniana, cinese.

Ma che non renda obbligatorio fare esercizi d'interpolazione lessicale per capire che diamine di tempo fara' (alla fine non si ascolta, si guarda la carta nel croma-key e si legge da li' l'evoluzione prevista, pero', dico, dovrebbe farlo lei...)
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giovedì 18 giugno 2009

Per iniziare bene la giornata

Li stavo aspettando, speravo che qualcuno li caricasse su YouTube, ed è successo...


(nel "meglio di" della domenica hanno fatto vedere un inedito che era anche meglio, ma comunque, spettacolare...)

mercoledì 17 giugno 2009

Cosa vuol dire?

Cosa significa se il tuo capo ti consiglia, con un sorriso sincero, guardandoti negli occhi, ma con fare cospiratorio: "Non farti strumentalizzare"?

Io, sinceramente, non riesco a capirlo.

E non sto scherzando.

sabato 13 giugno 2009

Veleno per topi

A volte ci si lascia ingannare.

Vedi uno, lì, che ti ferma e, tremante (fintamente?) ti allunga un biglietto con il suo numero di telefono. E la situazione è tale che anche tu, normalmente razionale, ti fossi lasciata andare ad immaginazioni quando lo avevi visto mentre faceva benzina e tu eri in coda, ed avessi pensato che era un bel tipo.

A volte ci si lascia ingannare.

Esci, vai a prendere un aperitivo in riva al mare, tutto perfetto (quasi, tranne il fatto che porta una fede al dito, ma hai già preso atto da anni che è inutile stare a fare troppo la sofisticata. Amanti? Capita. Come capita di essere traditi).

A volte ci si lascia ingannare.

Perché si scopre che quel qualcosa che non ti convinceva era semplice: tu sei un giochino. Oltre l'accettabile. E che a lui basta che venga infranta quella sottile barriera che c'è tra l'essere un'amante ed una che si vende. Nello specifico, possibilmente per lui, anche gratis.

A volte ci si lascia ingannare.

L'importante è accorgersene quando le cose sono ancora lì, in un finto divenire. E provare a parlargli, impedendogli di farti star zitta con baci in cui non credi più.

E questa volta ha avuto la meglio l'autostima. Che non è poco.

domenica 7 giugno 2009

Ci si chiede...

...Ma se ad uno non piace il tuo blog, perche' lo legge?

No, cosi', per capire.

Cos'e', masochismo, voglia di criticare, spam per promuovere i propri siti ritenuti migliori (e poi se non c'e' la zuffa in Italia non ci si diverte e non si e' di moda).

Questo blog e' cosi', assolutamente inutile. Chi non gli piace puo' andare a leggere qualsiasi altra cosa, c'e' un esubero d'informazioni a disposizione su internet, non voglio esser causa di perdite di tempo. Non ci tengo per niente ad avere visitatori che leggono "sforzati".



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martedì 2 giugno 2009

.mau. ha ragione

Veramente ce l'ha praticamente sempre, .mau., ragione.

In un commento al post precedente dice che non posso cambiare i miei, ne' io cambiare per adattarmi a loro.

Vero.

Una cosa: in realta' io "sto male" per il loro star male e vivere male.

Dottoressa, te che leggi silente, e' questo il superamento del complesso edipico che sollecitavi? Il rendermi conto che si e' diversi, che si hanno vite lontane?

Per la verita' e' da quando me ne sono andata di casa, 16 anni fa, che l'ho fatto per questa "distanza mentale". Poi la "distanza fisica" mi ha portato ad un tentativo di riavvicinamento. E questo sta passando per il riconoscimento dei diversi percorsi di vita, e s'interseca con un mio tentativo di cambiare, che mi portera' ad essere ancora più distante mentalmente ma, spero, vicina fisicamente senza soffrire troppo.

Igor, hai ragione, questo blog e' un diario minimo. Ma, chissa' perche', in questo altro tempo mi viene cosi'...
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lunedì 1 giugno 2009

Oltre la realta'

Io mi chiedo, ma perche' farsi del male?

Sto cercando di cambiare la mia vita, di liberarmi di zavorre mentali, di lasciar volare il futuro.

Voglio voler bene al mondo perche' il mondo ne possa volere a me.

Bisogna, e voglio esserlo, essere ottimisti e credere.

Poi stai con i tuoi per una settimana, sei felice, vuoi tornare a stare vicino loro, sei felice quando arrivi.

Ma ritrovi nei loro atteggiamenti tutte le convinzioni limitanti che ti sono state inculcate, e da cui stai cercando di liberarti.

Esempi?

Cosi', tanto per citarne alcune:
1) Ho un carattere di merda
2) Tutto il mondo ce l'ha con loro
3) La vita' e' uno schifo e da quando sono bambina mi hanno tirato su, invece di farmela trovare più leggera, per "temprarmi"
4) Divertirsi e' da gente che spreca i soldi
5) Solo i rubasoldi cantano e si divertono
6) Razzismo a go-go
7) I comunisti sono tutti ladri
8) Viaggiare e' uno spreco di soldi
9) Studia studia studia (ma contemporaneamente mia madre mi avrebbe voluto sposata e accasata subito)
10) Il pane del padrone ha 7 croste (detto da mia madre, che non ha mai lavorato un giorno in vita sua)
11) Le tasse le pagano solo al nord (io che vivo in terronia ho i prelievi diretti dalla busta paga, mio padre ha evaso e poi si lamenta se gli mandano multe e controlli)
12) Andare dall'estetista sono soldi buttati via
13) Andare dal parrucchiere sono soldi buttati via
14) Solo i drogati vanno in discoteca
15) Andare al ristorante sono soldi buttati

Potrei continuare a lungo. MOLTO a lungo.

Per non contare delle cose che da piccola non mi hanno lasciato fare

1) Imparare ad andare in bici cadendo
2) Imparare a nuotare
3) Giocare con gli altri bambini ed avere amici (studia, studia studia)
4) Telefonare ai compagni maschi per farmi dare i compiti se ero stata male (e ho fatto scuole solo con maschi, vedi un po' te...)
5) Andare in moto

Ma il massimo 'stasera: domanda su canale 5, che prevedeva come risposta esatta che la talpa non e' cieca. Lo sapevo. E' cosi'.

Ma no, mio padre non lo sapeva. Lui ha una vasta cultura di base, ma mica e' onniscente.

No. La risposta giusta era quella, ma no, mio padre non se ne fa ragione. E' un complotto. Anche la talpa diventa un complotto.

Ma perche' vivere cosi'? Voglio essere libera, volare, ma volare anche con loro, perche' mi spiace che stiano male. Io voglio guardare grande, sognare grande, anche per loro e con loro. Liberarli, ma devo riuscire a vivere in modo nuovo, io per prima imparare a vivere in modo diverso a 40 anni. Ho bisogno di volare per far volare anche loro.

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venerdì 29 maggio 2009

Un (primo) altro tempo

Sta iniziando un (primo) altro tempo.

Voglio guardare avanti ed essere positiva. Altri (di altro tipo) ne arriveranno.

Cerchero' di attirarli.

Questo e' cosi'. Da lasciare (positivamente) frastornati.

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domenica 24 maggio 2009

Tra un lavoro di casa, telefonate ridicole e l'attesa della F1

Mi sono messa di buzzo buono a fare le pulizie e un po' d'ordine in casa.

Poi, per riposarmi, mi sono messa a leggere, oggi ho preso La Repubblica, L'Unita' ed Elle (che per una volta non pesa tre chili e otto).

La Repubblica e' squallida anzicheno', tutta incentrata su Noemi (e chi se ne frega, serviva questa per far capire il livello del cavaliere?).
Mi chiedo, ma in un'Italia dove il SETTANTATRE PERCENTO DEI GIOVANI pensa che le donne stuprate se la siano cercata, qualcuno in redazione de La Repubblica pensa che la storia di Noemi possa forse creare agitazione in qualcuno al governo?
Non siamo nell'America anni '90 e il cavaliere non e' Bill Clinton. Ripeto: il SETTANTATRE PERCENTO DEI GIOVANI pensa che le donne stuprate se la siano cercata. Signori de La Repubblica, lasciate perdere, rendete solo il giornale a livello di Chi, Novella 3000 e compagnia piangendo. Lasviate stare gli ex fidanzati, le foto delle letterine che si scambiavano. Ma per favore... Ma che effetto volete che facciano?

Invece vale la pena L'Unita'.

Nelle quattro pagine centrali un dossier fatto abbastanza bene (senza troppo onanismo giornalistico, ma ancora poca sintesi ne' parole chiare) di quello che non e' l'Italia, a differenza di quanto ci vogliono far credere, e di quello che potrebbe essere.

Elle? Non lo so, devo ancora aprirlo. E adesso c'e' la F1.
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giovedì 21 maggio 2009

Cose e case.

Da ieri ho iniziato a parlare con casa mia chiamandola Casa. Sono matta, è noto.
Ma per me è un passo avanti. Non l'ho mai accettata.
Le ho chiesto se mi dà una mano a farsi vendere e le ho spiegato perché intendo farlo, dopo tutto l'amore che vi ho messo nell'arredarla e nel metterla a posto e farla diventare una bomboniera.
Casa non ha ancora risposto. Ma è un inizio.

Poi mi sono sentita tutto lo spottone elettorale del Cav. Silvio B. dall'Assemblea di Confindustria e sono ancora basita, nonchè disturbata di stomaco (tant'è che non ho mangiato più di tanto).

Dopo lo scarso pasto sono stata invitata ad un festeggiamento per una medaglia di anzianità. Ho bevuto troppo poco per non fare una riflessione: sono a 16 anni di "vecchiaia" in questo luogo (beh, non qui-qui, anche qui-piùalnord). Quando sono entrata e sentivo parlare di medaglie per i 25 e 35 anni facevo un sorrisino, nicchiavo, e dicevo: "Ma col cavolo! Non mi vedranno per più di tre-quattro anni". Ed invece siamo a 16, ne mancano 9 per la prima tappa. Ohssignore...

Troppe cose però mi fanno premere per cercare di non guadagnarmi la medaglia (che sarebbe, come si dice che ho bevuto troppo spumante, alla memoria?).

Un po' di voglia dell'aria di Mole, che mi manca.

Quando mi sono trasferita qui, ma anche prima, ho fatto il giro di tutti i siti turistici immaginabili. Compreso il Museo della Pasta e quello del Carabiniere (dove ho versato lacrime di commozione, accompagnata da un militare che s'è fatto prendere dalla tenerezza e mi ha coccolato come una figlia, quando ha visto il mio amore per l'Arma, dove sarei voluta entrare ma non avevo più l'età).

Non sono mai andata a visitare il Colosseo dall'interno. Mi sono inventata la scaramanzia che il giorno che fossi andata, sarei poi stata richiamata dall'aria del Nord.

Sabato ci vado, anche se ho un dito a pezzi, anche se ci sono 40 gradi all'ombra, anche se volevo andare in spiaggia. Ci vado. E se la scaramanzia non funziona, pace, almeno ci ho provato. E poi, in fondo, non si può stare a Roma e non aver mai visitato il Colosseo, no?

Volevo andare al mare, ma ho anche la "necessità" di vedermi Angeli e Demoni. Mi tocca. Il libro l'ho letto in 6 ore, quando l'ho iniziato non sono più riuscita a smettere. Il film pare sia all'altezza, è da fare.

Quanti impegni, per una che nel week-end si deprime anzichenò...

Devo anche fare i compiti a casa per il 27. Per la prima volta sono ansiosa. Non mi era mai successo prima, la Dottoressa dice che è normale, una sorta di "crisi di mezza età femminile", che arriva attorno ai 40 (appunto), in cui si lascia indietro l'irruenza, la strafottenza ed il senso di superiorità della gioventù e si tende a perdere un po' in autostima. Si aggiungano le randellate del periodo, tutto fa brodo. Una crisi che, sommata al fatto che ci tengo personalmente, e che per di più non voglio far fare brutta figura a due amici, rende quello che fino a qualche anno fa sarebbe stato un sassolino manco da scavalcare, da darci un calcettino, un macigno quasi insuperabile.

Brutto invecchiare...

mercoledì 20 maggio 2009

La Dottoressa

La Dottoressa è una persona davvero speciale.

La chiamo Dottoressa perché è una Dottoressa, ma non in senso medico (o meglio, se si intende medicina dell'anima, allora è il medico perfetto). 

E' un'amica. Qui dove passo la stragrande parte del mio tempo da sveglia - e a volte anche in sonnolenza - non ho amici o amiche. Lei sì, la considero come tale. Anche se non usciamo insieme a mangiare una pizza, anche se non la chiamo alle tre di notte, e nemmeno lei a me, per raccontarmi dell'ultimo casino successo in qualche incasinato ambito della vita, anche se non si passano le ferie insieme.

Ma è sicuramente più amica di tutte le amiche che ho mai avuto.

C'è lei, e c'è la Bea, la moglie di un amico (fortunata, avere una coppia di amici, l'unico problema è che quando non si vede l'uno, è difficile che si veda anche l'altro, e che quando poi li hai incontrati, insieme, si sente la mancanza doppia quando non li si vede di nuovo, insieme).

Insomma, in tutto penso di poter vantare di un numero di amici che si conta su poco più delle dita di una zampa di una vacca (due dita per zampa, per informazione veterinaria). Diciamo una zampa-e-mezza.

La Dottoressa un giorno è venuta qui da me, in ufficio, e mi ha portato quella mitica citazione che ha aiutato a mettere insieme un po' di mattoncini disastrati del mio ego: "Essere stati è una condizione per essere" [Fernand Brandel]. 

ZAC. 

Così, è entrata, ha fatto un blitz, si è seduta, ha detto: "CARTA", perentoria, come un chirurgo chiede un bisturi, gliel'ho passata, ha preso una penna ed ha prodotto, come niente fosse, quella frase. 

Che, dico, mica è una frase da niente! Bisogna leggerla con gli occhi della mente per entrarci dentro, e farla poi passare nel cuore, e, cavoli, è GRANDIOSA! Un po', che dire, tipo "L'universo delle idee è finito". Ah! Grandioso! Di quelle frasi che uno dice: "Avrei voluto pensarci io". Ma "io" non è filosofo né grande storico. E allora è già tanto se si è così fortunati che qualcuno ti metta a conoscenza di così grandi ammassi di lettere.

Un altro giorno la Dottoressa è venuta e mi ha fatto un cazziatone, e mi ha detto che mi dà tempo fino a Settembre. 

Punto. 

Non ha avuto bisogno di aggiungere altro. 

Ho capito. Ho capito il "se no" e l'"e poi" e il "per fare". Si capiva tutto. 

Oggi è venuta qui, e mi ha detto cose belle. Mica solo perché erano tutte positive, ma perché, cavoli, quando si parla con lei, ecco, se normalmente si ha un livello di interlocuzione, che so, di 5, con lei è 500. Ma non ti mette soggezione. E' incredibile, è come sentir la voce (o il pensiero) di mille Platoni - perché lei mica conosce solo Platone, conosce anche gli storici e i contemporanei e non solo intesi come filosofi - uscir dalla bocca di un'amica. Non te l'aspetteresti. Se non la conoscessi.

Ma io sono fortunata, e la conosco, la mia amica Dottoressa. 

lunedì 18 maggio 2009

Pillola per dimenticare

Ne ho bisogno.

Per pietà.

Chiunque l'abbia inventata, me ne faccia avere una scorta, o inizio a dare i numeri. Davvero.

Attacchi di panico

Era parecchio che non ne avevo... E meno male.

Odiosi, non ne ho mai sofferto.

Poi quel casino, quella rottura così, senza senso nei modi.

Oggi un altro attacco.

Maledizione, ho nei contatti di Facebook l'ex moglie del mio ex. 

Scopro che ha caricato una foto, vado a vedere, una cena tutti insieme.

Lui non c'era, non c'era perché forse, la mia mente malata pensa, era con la sua bella, da soli, a godersi la vita.

Ma poi ho visto in primo piano il figlio, bello, a cui volevo un mondo di bene, ma non nel modo giusto, non come voleva lui. 

E' un uomo, ormai. Nella foto ha un sorriso pazzesco, si vede che sta bene. Un sorriso che avrei voluto essere capace di strappargli io, ma non ci sono mai riuscita. Con me era duro. 

Quando ho conosciuto suo padre, il mio ex, aveva 13 anni, adesso ne ha quasi 16.

Chiunque sia la nuova bella del mio ex, con questo ragazzo si troverà le porte aperte. Ho pensato io a spianarle la strada. A colpi di mazzate che mi sono prese.

Non gli piacevo. Ho sbagliato io, non sapevo trattare con un tredicenne, il padre non è che mi abbia aiutato tanto. Però ho sbagliato io.

E quel sorriso, per quanto mi abbia fatto piacere vederlo, mi ha fatto soffrire.

Poi ho pensato a come sarei stata se avessi visto anche il mio ex con la sua nuova bella su una foto, e mi è preso il panico. 

Sto pensando di togliere l'ex moglie dai contatti di Facebook. 

Così, per non correre rischi. Il fatto è che non vorrei considerarli più, questi rischi, ma, maledizione, sto male. Sto ancora male.

Comfort toy


Abbisogno di una serie completa di questi...

domenica 17 maggio 2009

Vite sognate ma non vissute

Oggi sono stata in spiaggia.

Il dolore era troppo forte.

Attorno a me, tutte vite che sognavo, che pensavo di aver preparato e forse anche meritato, ma che non vivro' mai.

Ci va coraggio a continuare
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venerdì 15 maggio 2009

Vocabolario

Qualcuno spiega per favore al presidente del consiglio cosa significa "xenofobia"?

No, perche' ho l'impressione che non lo sappia, visto che dice che Napolitano non si rivolgeva a lui, e considerato che nei giorni scorsi ha gridato che l'Italia non e' una societa' multietnica.


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mercoledì 13 maggio 2009

Piuttosto stufa

Rientrata in ufficio, mi e' bastato meno di mezza giornata per aver gia' voglia di scapparne di nuovo.


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martedì 12 maggio 2009

Si sta bene

Sono a Sassuolo, i colleghi sono simpatici, pazienti e disponibili.
Si mangia da Dio, e ieri il locale era pieno di reperti Ferrari, siamo stati a Maranello, e ho visto gli stabilimenti Ferrari.
Per un attimo mi sono intristita, ricordando il rogo della Pininfarina, quando molte carcasse di Testarossa erano li', ancora fumanti, tirate fuori dalle squadre dei vigili del fuoco e di mio padre.
Ma a Maranello c'era "vita", risate, gente nei bar che ti guarda e ti fa "la TAC" quando passi, nonostante i 40 anni e la 46 abbondante tendente alla 48.
Sto bene.
Oggi mi e' morto l'orologio, un Andre' Belfort che non mi sarei mai potuta comprare se non avessi avuto la fortuna di trovarlo, pezzo unico, in un outlet. Mi dava sicurezza. E' li', mi ha abbandonato prima di un convegno importante. Come gli uomini. Orologio in fondo e' maschile...

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domenica 10 maggio 2009

Emozioni e disgusto

Vedo l'accoglienza che la Giordania, stato che mi ha ospitato con un calore che ho trovato simile solo in Siria, sta riservando al papa.
Il Re ha concesso un giorno di festa ai cristiani. Sono 160.000 in tutta la nazione, e 25.000 i posti a sedere nello stadio. Cantano "Benvenuto" mentre la papamobile entra nello stadio.

Ieri il papa e' stato in una moschea. Perche' non si e' tolto le scarpe? Perche' non rispettare le tradizioni che fanno parte della religione che stava avvicinando? Quanto ci andava?

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Io non ci sto

Io voglio vivere in una societa' multietnica.
Lo ritengo un mio diritto.
L'idea di vivere solo con quelli della mia "etnia", di non potermi confrontare con le differenze, di poter conoscere cose nuove, di non scoprire ed accettare usi diversi dai miei, la ritengo una limitazione delle mie liberta'.
Le mie, quelle di un membro dell'"etnia" prediletta da qualcuno. Non quelle dei "paria" di cui, scopro oggi sentendo i tg, le parole non devono essere tenute in conto.
Io non ci sto.
Le societa' libere DEVONO essere multietniche.
Altrimenti si torna indietro, si impoverisce tutto, e si corre il rischio di prendere strade MOLTO pericolose.
Forse qualcuno tra chi ci comanda non ha studiato la storia. Magari riteneva fosse inutile, pensava di poterla fare, la storia. Ma non e' detto che sia in grado di fare una storia positiva (se non per lui, che forse e' l'unica persona di cui si interessa).
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venerdì 8 maggio 2009

Squallore

Di fianco al mio ufficio ce n'è uno con un'oca ed una persona normale, due donne che fanno un lavoro contabile.

L'oca appartiene a quella classe di donne che si accaparrano gli uomini migliori in modo inspiegabile, perché poi passano tutto il tempo a lamentarsi, a parlare male del marito, a fare commenti dispregiativi nei confronti di tutti, a parlare a voce alta, a cercare soluzioni (usando ovviamente il telefono dell'ufficio) ai loro "problemi di salute" andando a fare ginnastiche complicatissime e cose del genere. Ovviamente guai a farle alzare un foglio di carta, le verrebbe il mal di schiena.

La collega è persona normale e gradevole.

Purtroppo loro attirano grandi quantità di altre carampane che vengono a sparlare del resto del mondo, a far vedere le foto dei loro nipotinifiglicaniegattidiparentiovicinidicasa.

Tutto il giorno così.

Ci sono volte che vado a casa col mal di testa per la fatica di lavorare, perché io, a differenza dell'oca, sono qui per questo (per carità, anche lei lavora ogni tanto, quando non ocheggia con le amiche, ma ogni bubù che deve fare è come se avesse ricostruito da sola la piramide di Cheope), nonostante il casino che fanno.

Ieri sera ho dovuto tenere una riunione qui da me. Capita. A volte capita anche che debba ospitare qualcuno, di solito anche importante, e loro se ne fregano, continuano ad ocheggiare, e spesso mi sono chiesta cosa pensino dell'Organizzazione per cui lavoro le persone che vengono da me e sentono tutto 'sto urlacchiare giulivo per tutto il tempo.

Dicevo, ieri ho avuto una riunione. C'era anche una donna, una gran donna, un dirigente con gli attributi. Per motivi che non sto a sindacare ha deciso di andarsene dalla riunione. La capisco. Ma non è questo il discorso.

La rabbia mi proviene dal fatto che questa dirigente, per il lavoro che fa, deve mandare periodicamente delle banalissime mail con delle informazioni che servono ipoteticamente a tutto il personale.

Sono mail, non viene a tatuare la fronte alle persone. Se una mail non ti piace la cancelli, punto.

No, oggi l'oca dell'ufficio vicino, vista la mail, s'è messa a gridare "E questa mi ha rotto il c*%%o con queste mail, e non ne posso più, e che c*%%o me ne fregaaa!" [sì, è una vera signora], e poi "Ieri era qui, era in una riunione, finché c'è stata ha fatto un casino che nun se capiva un c*%%o!". 

Ora, premesso che il casino era uguale prima e dopo la sua uscita dalla riunione, premesso che a mio avviso bisogna sempre rispettare il lavoro degli altri, anche se lo consideri inutile, tutto ciò premesso, MA PERCHE' STRAMALEDIZIONE 'STAMATTINA NON LA SMETTI DI FARE BORDELLO, CHE AVREI ANCHE DA LAVORARE?.

Io non sono una che litiga con i colleghi, vivo e lascio vivere. Finora non mi sono mai lamentata di come si comporta, di quello che fa, del bordello che ingenera convocando le sue amiche (di cui poi parla male quando non ci sono). Ma sento che siamo arrivati alla frutta, che scoppio e vado a spiegarle qualcosa dell'educazione, del rispetto delle persone e del loro lavoro. Magari ometto le osservazioni sull'uso improprio del tempo di lavoro, quello un'altra volta. Ma per il resto, non so quante ore resisto ancora... Non dico giorni, ore proprio.

Ma che é???

Dico, ma stiamo scherzando?

Ho messo la pubblicità di Google sul blog, ben conscia di non cubarci nemmeno un euro (non credo alle statistiche che dicono che non so quanto percento dei blogger americani fa quello di lavoro e campa. Ma come campano? Qui in Italia sono tanto trendy i Camp, ma gli aficionados sono già pieni di euro per conto proprio).

Insomma, oggi mi trovo una pubblicità di un p.elle.grinaggio in t.erra s.a.nta messo sul sito.

Faccio il reload, lo faccio ancora e poi ancora. Niente. Sempre lui.

Ma perché? Non ho mai messo nessuna parola che potesse riportare a quella pubblicità.

Preferisco un sexy shop! Anzi, speriamo che, avendolo scritto, magari Google si ritari un po', se no oggi lo tolgo. Tanto...

giovedì 7 maggio 2009

Contare fino a 1000

Relax.

Training autogeno.

Sta per iniziare una riunione dove sono il capro espiatorio.

Devo trovare il coraggio di stare muta. Il silenzio allontana i coltelli.

E parlero', o scrivero', quando sara' ora.

Ma quanto vorrei essermela gia' tolta...
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Solitario ma interessante

Beh, iobloggo era sicuramente una comunita' più frequentata.

Ma devo dire che anche blogger da' le sue soddisfazioni. Per esempio questo post lo sto mandando dal blackberry...

Magari qualche lettore in più non sarebbe male, ma in fondo sto rinascendo da zero, e' giusto cosi'.

mercoledì 6 maggio 2009

Panico burocratico

Alle 9.30 devo andare al CAF.

Sono terrorizzata. E' peggio che andare ad una visita fiscale, è peggio del peggio. Devo portare un casino di copie, ho fotocopiato tutto, anche la carta d'identità, non si sa mai...

Ma perché tutte 'ste complicazioni? E le autocertificazioni? Perché non si sa che bisogna per forza aprire il pdf che pensi sia delle istruzioni (e quindi non serve perché ti appoggi al CAF) perché ci sono sopra i moduli da compilare per autocertificare che si esiste...

Oddio, e se poi mi dimentico qualcosa???

Non vedo l'ora che arrivino le 10, anche se poi mi aspetta una riunione folle e inaccettabile, perché almeno dovrebbe essere tutto finito...

martedì 5 maggio 2009

Si inizia a vivere

Ieri ho fatto una cosa incredibile, almeno per me.

Sono andata ad una cena tutta di donne.

Ero la più vecchia, le altre vagavano dai 22 ai 31. Poi io alzavo la media con i miei 38.

Un localino carino, simpatici i gestori, mi sono trovata bene.

Ho fatto la gallina, le ho fatte ridere, ho imitato Lapo, ho fatto casino. Insomma, cose nuove.

E oggi palestra, per forza, anche se dovessero farmi una puntura di qualcosa in vena. Devo riprendermi la mia vita. E, possibilmente, vendere casa...

domenica 3 maggio 2009

Memorie corte

C'era una volta una mia amica sul lago di Como.

Fa un lavoro che non ha a che fare con le tecnologie, buon per lei, e presumo sia anche piuttosto proficuo, si capirà dopo perché.

Mandava sms, mail, leggeva e commentava i miei post sui miei vecchi blog, mi chiedeva di farle gli auguri di compleanno una settimana in anticipo (e glieli avrei fatti comunque), e ci scambiavamo regali in quelle ricorrenze, a Natale a Pasqua ed ancora un po' pure a San Valentino.

"Apri un blog", le avrò detto mille volte. Ma no, ma qua ma là...

Poi ha cercato di farmi da sensale, senza conoscere né la mia situazione del momento, né alcuni pregressi che sarebbero stati superabili ma che richiedevano comunque discrezione e comprensione del vissuto.
No, lei si è fatta persuasa di essere la mia coscienza impersonificata, e di conoscermi meglio di me.
Le ho fatto presente che la consideravo sì un'amica, ma che lei non sapeva tutto della mia vita.

Insomma, voleva spingermi verso una persona che avrei voluto sì reincontrare, ma lei ha obiettivamente rovinato il bello del riavvicinamento, forzandolo.

Alla fine si è arrabbiata. LEI. Perché io non ho riconosciuto la sua onniscenza. O, voglio darle il beneficio del dubbio, si è vergognata del suo comportamento (dubito, a leggere quello che scrive dimostra di essere una persona che è piuttosto, diciamo così, "sicura di se", tanto per usare un eufemismo).

Adesso ha un blog, ancora un po' e va ad aumentare le fila di chi si autodefinisce Guru in qualcosa, va a tutti i "Camp" che ci sono, ed a cui i poveracci stipendiati non possono andare perché non è che si può girare tutta l'Italia per fare i fighi e dimostrare di essere 2.0 quando si ha un badge da passare nella macchinetta apposita due volte al giorno e 5 giorni di ferie a scelta nel corso dell'anno.

Wow, adesso sì che è diventata qualcuno. Ha un blog, lei che ho dovuto insistere per mesi perché lo aprisse e lo usasse come valvola di sfogo (tanto per non farmi mandare sms alle 7 del mattino di domenica in cui mi diceva che l'hotel del posto trendy in cui era aveva il riscaldamento guasto. Mentre io battevo i denti per il freddo a casa del mio ex cercando di riposare qualche ora in più, dato che, a differenza di lei, per 5 giorni a settimana mi svegliavo alle 5.30 per andare a lavorare).

Non sono l'ultima arrivata nel mondo delle tecnologie, me ne occupo dall'84, in tutti i modi ed in tutti i sensi. Ma non partecipo ai Camp perché devo Camp-are, e sono dipendente. Quindi le mie idee, le mie innovazioni, vanno a nome dell'Organizzazione per cui lavoro.

Lei è sparita.

Ma in fondo, è meglio così.

Rimango il niente che sono, nascosta dietro un biglietto da visita di un'Azienda che si prende, pagandomi una volta al mese, meriti e visibilità per quello che faccio.

Io non ho genitori professionisti che mi hanno lasciato un nome ed uno studio affermato. Non ho mariti, né tanto meno mariti che svolgano la mia stessa professione nel mio studio.

Insomma, vivo con un po' più di fatica. E se penso alle mail, sms e quant'altro di "psicanalisi" che le ho fatto nel corso del periodo in cui avevamo una specie di "amicizia", beh, sento che questa non sia una grande perdita. Ma ci si sente un po' prese in giro, in fondo.

Un bel po'. Ecco.

Letture arretrate

Ci sono persone che si conoscono, in modi più o meno particolari, e si stimano.

Guru "3G" Granieri è una di queste.

Non ho ancora letto il suo ultimo libro. In genere non amo i libri che parlano di tecnologie, sono una tecnologa luddista. Amo le tecnologie solo quando generano emozioni.

Ma i libri le emozioni possono anche crearle. E quello di Giuseppe sarà il prossimo che comprerò. Perché lui analizza, vede oltre, non parla di cose che non conosce. Lui ha il diritto di farsi chiamare Guru, ma non vuole che lo si faccia, a differenza di altri, che si vantano di esserlo ma ci capiscono picca o niente.

Giuseppe, credimi, lo compro appena lo trovo.

sabato 2 maggio 2009

Il profumo delle origini

Sono qui, alla scrivania paterna, sul pc paterno, nella casa paterna.

Vedo Torino lì fuori, quella di borgata Parella, prima periferia.

Qualcuno in passato, qualcuno che pensavo mi conoscesse ma che forse così non era, pensava fossi nata in una villa tra agi, lussi, chissà, coccolata dalla balia reale, tra maestri privati e trine e merletti.

Non è così.

Vedo ancora in Via Fogazzaro il giardinetto dove, una sera sì e l'altra pure, bisognava far correre la polizia o la croce rossa, per qualche casino con i drogati.

Non vedo più la mia scuola elementare, buttata giù un po' per mancanza di bambini, un po' per i metri quadri di eternit che la ricoprivano (e su cui il balcone di casa dei miei si è affacciato per anni).

Vedo le strade dove mia madre è stata scippata, nonostante la sua stazza, 4 volte nel giro di pochissimi anni, e dove nessuna donna sola dotata di buon senso si avventurerebbe al buio la sera, senza avere la certezza di trovare grane più o meno grosse (dov'è la libertà?).

Vedo il nulla o poco più di un quartiere finto borghese, ma che ha con difficoltà saputo rispondere in modo civile ai vari flussi migratori.

Ma è il mio quartiere, nel bene e nel male.

E' povero, e pieno di poveri, qualcuno nemmeno troppo dignitoso.

C'è un alto tasso di microcriminalità, i vigili non praticano per paura il controllo del territorio e se ne stanno rintanati nei loro uffici all'altro capo - tranquillo - della borgata.

Ma è stato impossibile farlo capire. Forse perché ci si aspetterebbe da una persona nata qui comportamenti diversi da quelli che ho scelto di avere. Forse.

Questo è il mio quartiere, nel bene nel male.

Se potrò tornare a Torino, e potrò permetterlo, sceglierò un alloggio più centrale. Non disconosco le mie origini, ma riconosco la differenza con quello che sono diventata. Anch'io, nel bene e nel male.

Ma oggi, tornare a respirare il profumo delle origini, anche se è fatto di smog, polline delle piante della Tesoriera, e di polvere delle serrande chiuse dei negozi falliti, mi rende un po' di forza.