A volte ci si lascia ingannare.
Vedi uno, lì, che ti ferma e, tremante (fintamente?) ti allunga un biglietto con il suo numero di telefono. E la situazione è tale che anche tu, normalmente razionale, ti fossi lasciata andare ad immaginazioni quando lo avevi visto mentre faceva benzina e tu eri in coda, ed avessi pensato che era un bel tipo.
A volte ci si lascia ingannare.
Esci, vai a prendere un aperitivo in riva al mare, tutto perfetto (quasi, tranne il fatto che porta una fede al dito, ma hai già preso atto da anni che è inutile stare a fare troppo la sofisticata. Amanti? Capita. Come capita di essere traditi).
A volte ci si lascia ingannare.
Perché si scopre che quel qualcosa che non ti convinceva era semplice: tu sei un giochino. Oltre l'accettabile. E che a lui basta che venga infranta quella sottile barriera che c'è tra l'essere un'amante ed una che si vende. Nello specifico, possibilmente per lui, anche gratis.
A volte ci si lascia ingannare.
L'importante è accorgersene quando le cose sono ancora lì, in un finto divenire. E provare a parlargli, impedendogli di farti star zitta con baci in cui non credi più.
E questa volta ha avuto la meglio l'autostima. Che non è poco.
sabato 13 giugno 2009
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