sabato 2 maggio 2009

Il profumo delle origini

Sono qui, alla scrivania paterna, sul pc paterno, nella casa paterna.

Vedo Torino lì fuori, quella di borgata Parella, prima periferia.

Qualcuno in passato, qualcuno che pensavo mi conoscesse ma che forse così non era, pensava fossi nata in una villa tra agi, lussi, chissà, coccolata dalla balia reale, tra maestri privati e trine e merletti.

Non è così.

Vedo ancora in Via Fogazzaro il giardinetto dove, una sera sì e l'altra pure, bisognava far correre la polizia o la croce rossa, per qualche casino con i drogati.

Non vedo più la mia scuola elementare, buttata giù un po' per mancanza di bambini, un po' per i metri quadri di eternit che la ricoprivano (e su cui il balcone di casa dei miei si è affacciato per anni).

Vedo le strade dove mia madre è stata scippata, nonostante la sua stazza, 4 volte nel giro di pochissimi anni, e dove nessuna donna sola dotata di buon senso si avventurerebbe al buio la sera, senza avere la certezza di trovare grane più o meno grosse (dov'è la libertà?).

Vedo il nulla o poco più di un quartiere finto borghese, ma che ha con difficoltà saputo rispondere in modo civile ai vari flussi migratori.

Ma è il mio quartiere, nel bene e nel male.

E' povero, e pieno di poveri, qualcuno nemmeno troppo dignitoso.

C'è un alto tasso di microcriminalità, i vigili non praticano per paura il controllo del territorio e se ne stanno rintanati nei loro uffici all'altro capo - tranquillo - della borgata.

Ma è stato impossibile farlo capire. Forse perché ci si aspetterebbe da una persona nata qui comportamenti diversi da quelli che ho scelto di avere. Forse.

Questo è il mio quartiere, nel bene nel male.

Se potrò tornare a Torino, e potrò permetterlo, sceglierò un alloggio più centrale. Non disconosco le mie origini, ma riconosco la differenza con quello che sono diventata. Anch'io, nel bene e nel male.

Ma oggi, tornare a respirare il profumo delle origini, anche se è fatto di smog, polline delle piante della Tesoriera, e di polvere delle serrande chiuse dei negozi falliti, mi rende un po' di forza.

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