martedì 14 luglio 2009

Il corpo che parla

Boh, l'ho anche letto da qualche parte, quindi forse non sono l'unica matta a pensarlo.

Il corpo parla. Ti dice che, se ha qualcosa che non va, c'è un motivo. O forse il motivo lo mette la tua testa. Ma tant'è.

L'inizio di quest'anno è stato uno schifo. Dal 6 Gennaio ad oggi, e chissà fino quando.

I primi tempi mi sono massacrata, prendendo l'autobus, il Cotral, per venire al lavoro. Sempre, con qualsiasi tempo, soprattutto la pioggia che ha fatto per quei mesi.

Non me ne fregava niente del tempo, del freddo, dell'umido, avevo i cavoli miei. Avrebbero potuto rompermi un randello in testa e non me ne sarei accorta. Mi sono scoperta con tagli vivi sanguinanti senza che manco sapessi come me l'ero fatti e senza che sentissi male. Il male lo avevo dentro.

E mi sono scoperta, a Marzo, con un dito del piede, un banalissimo dito del piede, tutto storto e con una vescica enorme sulla "nocchia".

Chissà da quando l'avevo. Era un'infezione viva, e il dito era tutto storto, come se si fosse rotto e riattaccato male. Poi ho pensato che, sì, per tutti quei giorni, mentre camminavo verso il lavoro o verso casa, avevo qualcosa che non andava al piede, ma il male vero lo avevo dentro, e non ci facevo caso.

Poi mi ha fatto infezione, mesi di impacchi, di pomate, di cerotti apposta, niente ha fatto bene. E' ancora lì che non riesco a piegarlo, e a quello ormai vi ho rinunciato, e che non sopporta le scarpe chiuse sopra.

E' un segnale. Io amo le scarpe, adoro i sandali aperti. Ma posso metterne solo due paia, con questo dito, che manco mi piacciono troppo.

Oggi ho "osato" una ballerina chiusa, senza mettere una protezione sopra. Dopo 7 mesi, mi sono detta, sarà passato. E invece fa un male boia.

E' il mio corpo che mi dice che ho ancora male dentro. E mi ha colpito nel piede, nella mia passione feticistica per le scarpe, che non posso indossare.

Dovrei far passare il male dentro per tornare a camminare più o meno bene (a parte il fatto che il dito sicuramente continuerà ad essere storto ed a tormentarmi). Non so quando capiterà. Se capiterà. Adesso non è così. Inutile forzare, mettere pomate, cerotti o cosa. Se non passa nella testa, anche il piede, laggiù, così distante, non smetterà di tormentarmi.

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